Palermo Capitale Italiana della Cultura è stata un’esperienza dai significati cruciali: riportare al centro la storia, rimettere il mediterraneo al centro del mondo. Un messaggio forte e chiaro di dialogo, di incontro tra le varie nature-culture umane con la necessità di coltivare valori in maniera concreta e per il bene comune.
Su questo meraviglioso terreno, il magazine della Mediolanum Corporate University Centodieci ha seminato nei mesi scorsi la sua proposta culturale, imbastita di incontri con personalità straordinarie di diverse provenienze culturali e professionali. Attraverso la trasversalità di contenuti prende forma il mosaico dal quale germogliano nuove idee e nuove visioni per il nostro futuro.
In questa sezione del blog, intendo condividere con i lettori del blog questi straordinari contributi, vissuti live da migliaia di persone nello splendido teatro Politeama palermitano e in altri luoghi storici della città: gioielli di umanità e di pensiero, riflessioni da portare con noi nei mesi e anni a venire.
Tutto cambia intorno a noi. Eppure, per quanto possa sembrare inverosimile, il nostro cervello fatica a registrarlo perché tende a vivere nel passato. Secondo Patrizio Paoletti dobbiamo capire che il centro della nostra vita è invece proprio il cambiamento. E imparare ad accoglierlo. Discorrendo di futuro e responsabilità dai tavoli dei Cantieri Culturali della Zisa di Palermo, Paoletti porta l’esempio della plastica. Decenni fa un’invenzione di cui gioire, oggi un nemico che mette a repentaglio il futuro del pianeta.
“Avere fame di idee e di saperi, acquisirli e farci seminare da essi. Il Bene è proprio questo, è sapere cosa si è seminato. Come specie abbiamo fatto una corsa, a volte un po’ folle, e siamo divenuti ciò che siamo. Oggi dobbiamo fermarci, fare un respiro profondo e chiederci: qual è il futuro che vogliamo? Entro il 2030 dobbiamo ridurre le emissioni a zero, ma siamo noi, oggi, questo inquinamento, poiché nasce dai percorsi che abbiamo nella nostra testa. E’ il momento di parlare di innovazione e di cambiamento. La vera sfida dei prossimi decenni è diventare più consapevoli oggi. Perché il mondo che vogliamo fra trent’anni si sta creando ora.”