Nell’epoca dominata dal LOL, ridiamo di tutto e senza ritegno né misura, dal racconto d'estate di Elkann al presidente degli USA che stringe la mano a un amico immaginario.
Nel 2020 il valore del Bitcoin è quadruplicato, tant’è che per molti è diventata la forma di investimento preferita. Tuttavia, la creazione dei Bitcoin è altamente inquinante: per crearne uno occorre tanta energia quanta ne consuma in due anni una famiglia media americana. Dunque, sono i soldi a rovinare le persone o le persone a rovinare i soldi?
Pare che un programmatore tedesco che vive a San Francisco per avere dimenticato la password per accedere al proprio portafoglio elettronico nel quale custodisce 7.002 Bitcoin, rischi di perderli per sempre. Un problema non di poco conto visto che valgono circa 220 milioni di dollari.
Secondo la Wallet Recovery Services, questo tipo di incidente non è raro, tant’è che circa il 20 per cento di quasi 19 milioni di Bitcoin al mondo, è perso perché i possessori non ricordano la parola segreta usata per accedere al conto. Una percentuale rilevantissima se consideriamo quanto questa moneta digitale sia diventata la forma di investimento preferita dai cosiddetti nerd e che ha reso milionarie, in pochissimo tempo, molte persone.
Alla fine dell’anno scorso un bitcoin valeva 28.966 dollari, più del quadruplo rispetto all’inizio dell’anno. Una crescita incredibile che oltretutto, ha avuto un ulteriore netto aumento rispetto al dollaro già nei primi giorni del nuovo anno.
Ciò a cui stiamo assistendo oggi è un irreversibile processo di digitalizzazione dell’economia, un fenomeno che avrà un enorme impatto sociale i cui effetti non sono ancora nemmeno immaginabili. Uno di questi è certamente il suo peso sull’ambiente. In un recente servizio su quanto inquina la nostra vita digitale, Milena Gabanelli ha evidenziato, tra l’altro, come per la creazione di un solo bitcoin serva tanta energia quanta quella che serve in due anni a una famiglia americana media.
Se non eliminiamo il solito fraintendimento che l’essere umano stia da un lato e la tecnologia, lo strumento, stia dall’altro, saremo sempre vittime di una dualità del tutto infondata da cui bisogna liberarsi molto in fretta, riconducendo queste due parti ad un’unità che, peraltro, è la loro condizione naturale: la tecnologia al servizio dell’uomo.
Nel mio libro “Il tempo dei Nuovi Eroi” ho riportato una lunga riflessione sulla natura del denaro evidenziando quanto sia dotato di una forza propria che agisce con la sua propria energia. Anche su queste pagine mi è capitato più volte di affermare che una forza non esprime mai la propria polarità in maniera assoluta è la sua relazione con il contesto in cui si manifesta che ne determina la polarità. Se anche eliminassimo il denaro e lo sostituissimo con altro, anche questo altro verrebbe caricato della medesima energia.
Il denaro dunque è privo di segno, è l’uomo che decide come considerarlo, come servirsene, per quali scopi, mosso da quali sentimenti, indotto da quali pensieri, attratto da quali aspirazioni. Nella sua dimensione materiale il denaro infatti possiede l’energia per dare forma ai nostri pensieri e ai nostri sentimenti. Tuttavia, sta a noi definire se farlo diventare il nostro padrone, il nostro servo, o peggio, il nostro consigliere.
Il denaro è estremamente importante e necessario lì dove e quando serve, ed estremamente inutile e pericoloso lì dove e quando non serve. Chi pensa che i soldi rovinino le persone, provi invece a riflettere sull’idea che sono proprio le persone che rovinano i soldi.