Nell’epoca dominata dal LOL, ridiamo di tutto e senza ritegno né misura, dal racconto d'estate di Elkann al presidente degli USA che stringe la mano a un amico immaginario.
Alcuni giorni fa è stato reso pubblico il rapporto – Boards and their Stakeholders: The State of Play – del World Business Council for Sustainable Development (WBCSD ) in collaborazione con DNV , un'organizzazione globale e indipendente la cui esperienza risiede nell'assicurazione e nella gestione del rischio. Questo report si basa su un sondaggio condotto presso 104 profili altissimi tra cui membri di consigli di amministrazione, dirigenti aziendali e personale senior prevalentemente negli Stati Uniti e in Europa.
Ebbene, i risultati di questo sondaggio dimostrano che i consigli di amministrazione sono spesso scollati dal modo in cui le società che rappresentano interagiscono in genere con gli stakeholders, quindi con clienti, investitori, dipendenti, autorità, comunità, fornitori, organizzazioni ambientali non governative e ONG sociali.
I dati mostrano che la maggior parte dei consigli di amministrazione è solitamente informata sulle varie prospettive degli stakeholder, in particolare su quelle riguardanti l'ambiente, le questioni sociali e di governance (ESG), attraverso rapporti scritti dalla direzione che tuttavia sono spesso filtrati e unidirezionali. Ciò non significa che vengano fornite informazioni fuorvianti, ma che spesso portano a prendere decisioni strategiche senza considerare l'impatto o il contributo di tutti i loro stakeholder.
Ecco perché la comunicazione tra le aziende e tutte le parti interessate è un punto essenziale nel recente rapporto del WBCSD intitolato Vision 2050: Time to Transform. È un approfondimento che consiglio in modo appassionato poiché delinea le azioni che le aziende devono intraprendere nel prossimo decennio per affrontare le maggiori sfide a cui si apprestano le nostre società tra cui la crisi climatica, la perdita della biodiversità, la crescente disuguaglianza sono solo le più note.
Come ho spesso avuto occasione di affermare, occorre un forte cambiamento di mentalità e in particolare serve re-inventare quello che chiamiamo capitalismo abbandonandolo in favore di una vera creazione di valore. Come ho scritto nel mio ultimo libro Gratitudine. La rivoluzione necessaria, “l’epoca del capitalismo lineare, dell’accumulazione a tutti i costi, della spoliazione del Pianeta in nome di un’idea antiquata e distruttiva di profitto è finita, è diventata insostenibile e anzi, forse lo è sempre stata. Ci ha tenuti lontani dalla nostra essenza, ci ha riempito gli occhi e la mente con vocazioni superficiali, tristi, capaci di offrire soddisfazioni solo effimere. Prestissimo avranno un senso riconosciuto solo quelle attività realmente ispirate da una vocazione profonda e finalizzate al bene per l’insieme. È tempo di chiamare “redditizio” solo ciò che produce un frutto, abbondante ed equo, contemporaneamente su tutti e 7 i livelli. Seguendo la vocazione a essere i migliori per il mondo, e tenendo come stella polare la gratitudine, la nostra emanazione positiva si diffonderà dalla nostra sfera di influenza al mondo con una potenza inaudita, un’onda concentrica e potenzialmente infinita, come un sasso in uno stagno. L’Economia Sferica è infatti fondata sull’idea che oltre alla forza assoluta dell’insieme, conta molto anche quella relativa; quella cioè che ogni singolo individuo imprime mantenendola connessa alla collettività. Agire per-il-Bene, ecco la rivoluzione epocale che possiamo testimoniare come Nuovi Eroi.”