Ti racconto un segreto…
Nell’antichità, in tutte le maggiori tradizioni spirituali, in occasione del primo giorno dell’anno ricorreva una medesima usanza: gli uomini venivano suggestionati dai saggi della comunità, possessori della conoscenza, a vigilare sulla maniera in cui trascorrevano quelle prime ventiquattro ore dell’anno perché il primo giorno aveva tanta importanza per tutto il resto dell’anno quanto il momento della nascita si credeva lo avesse per tutta la vita.
Durante tutta la giornata, attraverso la preghiera, la meditazione, i canti, i buoni propositi, i retti pensieri e i retti sentimenti, gli uomini cercavano di creare quelle impronte luminose che dovevano poi influenzare beneficamente tutti i successivi giorni dell’anno appena iniziato.
Anche io credo fermamente nell’importanza di un sano ed orientato principio per garantirsi un viaggio con un approdo sicuro. Lo è la nascita per l’intera nostra esistenza. Lo è questa giornata per il nostro anno appena iniziato. Lo è questo istante per la nostra intera giornata.
Spero, dunque, che tu abbia ben vigilato sul tuo primo giorno dell’anno. In ogni caso, per bene iniziare, sarà sufficiente credere in questo segreto: l’intero anno è concentrato in questo minuscolo attimo di vita che stai vivendo qui e ora. Credere farà la differenza.
Credere nella purezza dello sguardo di chi ti è ora di fronte come in quello di un bambino. E ringraziare.
Credere nel profumo della rosa gialla come nell’odore delle mani di tua madre quanto ti accoglieva da bambino. E ringraziare.
Credere nella bellezza della diversità delle creature che popolano questo universo singolare. E ringraziare.
Credere nell’amore che ci fa vedere gli altri come li vede la Divinità. E ringraziare.
Credere nel coraggio e nella felicità che divorano la paura e la sofferenza. E ringraziare.
Credere nella luce del fuoco che da un senso al buio, e nell’alba da un senso al tramonto. E ringraziare.
Credere nella verità delle parole, che danno forma alla conoscenza. E ringraziare.
Credere che quando la violenza diviene normalità, la sensibilità sia l’unica soluzione e la tenerezza l’unica insurrezione. E ringraziare.
Credere che la vera gioia sia sentire la nostra singolarità ed unicità come elemento necessario di un magnifico ed immenso paesaggio incantevole. E ringraziare.
Credere che la lingua dell’Assoluto sia il silenzio, e il corpo di Dio sia la natura. E ringraziare.
Credere alla fiducia nella guida del Maestro e alla necessità della vicinanza dei compagni di viaggio. E ringraziare.
Credere che l’unica via sia vivere il presente, onde scoprirsi morti prima ancora di imperfetti. E ringraziare.
Credere che la vera pace non sia l’assenza della guerra ma la pace interiore, e che la vera rivoluzione sia quella delle coscienze. E ringraziare.
Credere che l’amore, il silenzio e la bellezza salveranno il mondo; ma che noi dovremo salvare l’amore, il silenzio e la bellezza. E ringraziare.
Credere che la felicità non vada cercata ma protetta. E ringraziare.
Credere nello stupore davanti ad ogni piccolo passo di questo viaggio che si chiama Vita. E ringraziare.
Credere. Credere nonostante tutto. E ringraziare.
Perché anche quest’anno, ancora una volta dopo miliardi di anni, la vita è l’unico miracolo a cui non si può non credere.