L'incontro organizzato a Fiume Veneto da PordenonePensa è stato un'occasione per confrontarmi con un pubblico attento e sensibile sul grande tema della sostenibilità nelle organizzazioni.
Il mondo è in continua evoluzione. Tra gli aspetti che cambiano più velocemente ci sono quelli legati a come le persone comunicano e interagiscono tra loro. Il rapporto tra felicità e comunità è proprio il tema indagato dal World Happiness Report 2019, lo studio condotto dalle Nazioni Unite giunto quest'anno alla sua settima edizione, redatto da Jeffrey Sachs, direttore del Center for Sustainable Development Columbus University, John Halliwell, Vancouver School of Economics at the University of British Columbia, e Richard Layard, London School of Economics, con il supporto di diversi ricercatori indipendenti.
Le grandi differenze internazionali nella valutazione della vita, del benessere e della felicità sono quindi guidate dal modo in cui le persone interagiscono tra loro e con il contesto sociale e istituzionale. Tre dunque le macro aree di indagine:
- il rapporto tra gli individui e la partecipazione politica che ha evidenziato quanto cittadini più infelici preferiscano atteggiamenti più tendenti al populismo.
- la partecipazione sociale dove la generosità è una delle variabili-chiave. I cittadini che si prendono cura e aiutano gli altri si sentono più felici soprattutto quando possono vedere che il loro contributo faccia la differenza.
- la tecnologia e i nuovi media digitali in cui viene evidenziato come nelle società che vi dedicano più tempo sottraendolo ad attività più proficue, come quella nordamericana, si stiano sviluppando nuove dipendenze e si stiano registrando più alti livelli di ansia adolescenziale.
Gli autori si pongono anche grandi domande sui big data. Sono un bene o un male? Saranno utili per la nostra felicità? Di quali regole dobbiamo dotarci? I ricercatori ci dicono che abbiamo di fronte un futuro sempre più complesso con una minore privacy per gli individui e una forte concentrazione del potere.
Io vi dico che è sempre più impellente ri-orientare questa rincorsa verso "il Bene". Ciascuno di noi si dedichi a influire sulla propria sfera di conoscenza e d'azione per orientarla al cambiamento, a un Agire per il Bene.