Uno degli effetti della pandemia è stato senza dubbio quello di monopolizzare l’attenzione sul virus, sulle sue conseguenze, sulla vaccinazione e sull’impatto sull’economia. Nulla di strano, ovviamente, considerando la portata cambiamondo di questo infausto accadimento, che continua a imperversare. Tuttavia credo che sia il momento di riappropriarci di altri spazi di confronto e discussione, di altri temi importanti lasciati indietro per via di questo opprimente monopolio di pensieri e azioni. Non perché la pandemia sia finita o si possa abbassare la guardia, tutt’altro!, come possiamo facilmente comprendere dalla cronaca, italiana e internazionale. Ma perché la pandemia sta durando troppo tempo per poterci permettere di tralasciare quasi tutto il resto, o parlare del resto soltanto nell’ottica pandemica.
Penso ai giovani, che nel dibattito pubblico sono rimasti intrappolati nell’ormai abituale schema: didattica a distanza, mancanza di socialità e relative conseguenze. Tema fondamentale, senza dubbio. Ma prospettiva limitante se pensiamo alle enormi complessità che milioni di giovani uomini e donne di questo Paese devono affrontare, e dovevano affrontare già prima della pandemia.
Oggi condividiamo il quarto e ultimo video della nostra una miniserie dedicata agli incontri con alcuni ospiti della comunità di San Patrignano. Un progetto nato da una giornata spesa con i ragazzi della Comunità e dalla volontà di dare un piccolo contributo nel riappropriarci di spazi di confronto in cui non sia la pandemia a dominare la conversazione. Leonardo ha così accettato di parlare con me per condividere il suo percorso di vita e la sua voglia di riappropriarsi della propria esistenza dopo anni segnati dalla dipendenza. Il suo – come quello di Dado, Candela e Nicolino, protagonisti delle scorse puntate – è un racconto di resilienza, un’ispirazione per chi ambisce a essere un dono per gli altri.