Venerdì 18 e sabato 19 Novembre 2013 ho partecipato a un Evento straordinario ad Assisi: 21min – I Saperi dell’Eccellenza (www.21min.org). Era la terza edizione, la prima ad Assisi dopo due fatte negli anni passati a Milano.Questa volta ero rimasto magnetizzato da alcuni brani contenuti nella brochure scaricata on-line che trovavo di imminente attualità (che riporto testualmente:).
LA RIVOLUZIONE E’ IN CORSO. L’impatto è innegabile. Il clima sta cambiando, i poteri geopolitici stanno cambiando, il profilo demografico sta cambiando, le aziende stanno cambiando. Nuove società e culture stanno emergendo, i social network stanno trasformando gli scenari del mondo in cui viviamo. Tutto è in grande e radicale cambiamento. Non sottovalutare lo spirito del tempo (zeitgeist). E’ grande. E’ forte. E’ veloce. E’ irreversibile. Non stare a guardare. Portati avanti. Impara a condividere emozioni e valori. Sviluppa una mentalità flessibile. Sii curioso, attento, disponibile. Diventa anche tu protagonista di questo nuovo millennio.
Questo Evento (21 minuti) è una Conference annuale internazionale dedicata a ventuno idee in grado di ripensare il mondo, raccontate in due giorni da 21 speakers, ognuno dei quali avrà 21 minuti per condividere il proprio contributo di senso attraverso brevi presentazioni, performance musicali e artistiche.21 minuti è una community, un network mondiale di persone e di società che hanno compreso che il potere delle idee e della condivisione possono promuovere un nuovo modo di pensare e muovere il mondo ad un livello più alto.21 minuti ha l’obiettivo di rispondere ai bisogni della nostra era promuovendo un nuovo paradigma evolutivo, che sia di riferimento per coloro che desiderano interagire efficacemente con le persone, con gli ambienti e gli scenari in rapida evoluzione e in continuo divenire.
E poi, ancora…Perché 21 Minuti ad ASSISI. La crisi non è economica. La crisi è prima di tutto valoriale. Identità, valori e motivazioni, ma anche visione, creatività e progettualità. Queste sono le nuove sfide con le quali devono confrontarsi le aziende, per vedersi cambiare nel mondo che cambia. Assisi è luogo internazionale di scambio multidisciplinare. E’ sede naturale di riflessione, sul presente e sul futuro del mondo. Assisi è luogo di ascolto, di silenzio e grande ispirazione. Per ritrovare il giusto orientamento, la giusta produttività, le giuste risposte e le giuste mete. E’ il luogo dove gli uomini e le donne condividono le loro eccellenze per creare relazioni virtuose che durano nel tempo.
Mi è parso tutto di estrema attuale. Così, attratto ancora una volta dal fascino della ricchezza che nasce dalla condivisione e dall’ascolto, mi sono iscritto ed ho invitato decine di amici. Tutti con un sacco di roba da fare e probabilmente senza nemmeno il tempo di leggere il testo della mia mail, figurati stampare l’allegato e leggersi anche quello. Però …ho insistito nel mio invito, affinchè i destinatari provassero almeno a trovare un attimo di vuoto e silenzio, provassero a rilassarsi, a fare un respiro profondo e, con la scusa di ricambiare il favore del tempo che io stavo impiegando per scrivere loro, potessero dedicarsi almeno un istante per leggermi. Qualcuno infine ha accettato. E questi giorni sono stati intensissimi, pregni di spunti, condivisioni, confronti.
Dopo le edizioni precedenti focalizzate sui tema della Filosofia nel 2009 e dell’Arte nel 2010, quest’anno l’edizione era dedicata alla Scienza. L’anno prossimo sarà sull’Economia. Il parterre era di altissimo livello. Sono stati due giorni interiormente molto dibattuti, scosso tra la sensazione che si sia veramente ormai sull’orlo del precipizio di questo Nuovo Medio Evo, più oscuro del precedente perchè si è impossessato delle coscienze, e la netta percezione che ci sia un’infinità sparsa di menti, cuori, corpi, anime di uomini e donne dediti e focalizzati sulla ‘possibilità’ di un necessario Rinascimento. Rinascimento che deve essere prima dentro affinchè possa poi prendere forma fuori.
Un coro si è lentamente accordato, speech dopo speech: tutto ripartirà dal basso; credere poco nelle rivoluzioni popolari, credere molto nelle rivoluzioni personali, interiori. Ognuno ha il potere e il dovere di cambiare le cose.Il Dott. Mario Alonso Puig (uno degli speaker), parlando di una sua paziente rimasta sorda cieca e muta a 16 anni ma, nonostante tutto, laureatasi a pieni voti in una delle migliori università americane, ci raccontava come questa ragazza, intervistata da una giornalista che le chiedeva se ci fosse una cosa peggiore che essere ciechi, lei rispose: “Sì. Poter vedere ma non avere una visione”.
Questa è l’estrema sintesi della mia esperienza ad Assisi: stimolarmi continuamente e costantemente a poter vedere, a produrre una visione di me proiettato in un futuro migliore. E sempre il Dott. Puig, in apertura del suo speech, ci ha donato una perla di semplicità: “Ci sono tre parole che possono aprire il cuore di un uomo: mi spiace; per favore; grazie”. E in me si è destata una consapevolezza: la vita è semplice! E così ancora, riflettendo su come sia possibile che in natura nessuna delle attività spontanee che in essa si manifestano siano orientate naturalmente (appunto!) ad alcuna forma di accumulo che trascenda dalla sopravvivenza (es. per gli animali che vanno in letargo), eccetto che nelle attività dell’uomo; azione fortemente contrastante per altro con le sollecitazioni di tutti i saggi che si sono avvicendati in questi secoli sul nostro pianeta e che ci hanno costantemente ricordato che su di esso si arriva, tutti!, senza nulla e senza nulla, tutti!, lo si lascia.
Quindi: …ma perchè noi accumuliamo!!?E grazie anche al prof. Giulio Giorello torna alla mente Spinoza e una sua celebre citazione: “L’uomo libero non pensa a nulla meno che alla morte, e la sua sapienza è meditazione non della morte ma della vita”. La Dott.ssa Tali Sharot, uno dei massimi esperti al mondo sui meccanismi che regolano l’attività del cervello, ci invitava all’ottimismo non tanto per il piacere di una vita ‘sterilmente positiva’ bensì come a una profezia autoavverante; possibilità quindi riposta totalmente nelle nostre mani. E ci sollecitava quindi a ricorrere maggiormente all’immaginazione (creativa) essendo noi l’unica specie ad averla sviluppata in forma così sofisticata.
Speech dopo speech, un susseguirsi continuo di sollecitazioni e considerazioni sul costante divenire: le riflessioni dallo spazio di Paolo Nespoli (astronauta italiano); le nuove città dell’urbanista più tecnologico del mondo (Carlo Ratti); la speranza della plastica biodegradabile nell’acqua e prodotta senza petrolio (Marco Astorri). Una maratona di visioni e possibilità di risorgere facendo. Oltre ai fondamentali delle singole discipline alle quali veniamo educati nelle varie fasi della nostra vita, credo che proprio queste dovrebbe essere le nuove materie insegnate nelle scuole, nelle aziende e in tutti i luoghi preposti al processo educativo: “Come essere creativi”, “Come credere in sé stessi”, “Come nutrirsi”, “Come gestire sè stessi”, ricorrendo a stupore e meraviglia quali strumenti essenziali per approcciare la conoscenza.
Mi sorge una riflessione spontanea: mi sembrano le materie più antiche di sempre! In sintesi, credo esattamente in quanto affermato dal Dott. Paoletti, chairman della sessione, “Solo chi comunica, chi mette insieme, chi condivide è un portatore di speranza. E quando il momento economico è pregnante, questo induce l’attivazione di un nuovo momento filosofico. Sei nato per imparare, e hai l’obbligo di continuare a farlo”. Mi permetto di aggiungere: “Va fatto ora!”