Poco prima di Natale un nuovo amico si è aggiunto al viaggio che sto percorrendo da qualche mese, Pierumberto. Mi ha contattato via facebook dopo aver letto ‘Il Tempo dei Nuovi Eroi’ e ci siamo incontrarti in un hotel di Milano vicino alla Stazione Centrale. Sembrava di ritrovare un fratello dimenticato in qualche vita fa. Una comunione di intenti e vedute sbalorditivo! Quella mattina Pierumberto mi lasciò prendendosi l’impegno di fare tutto quanto a lui possibile per sostenere il progetto di divulgazione delle idee 0.0, accogliendo la suggestione provocatoria del mito del Nuovo Eroe.
Solo poche ore dopo l’incontro, lungo la sua via del ritorno a Torino, mi richiamò entusiasta perché, se avessi acconsentito, alcuni brani de ‘Il Tempo dei Nuovi Eroi’ sarebbero stati letti a Roma in occasione di un evento teatrale che si sarebbe svolto il 27 Gennaio al Teatro Ghione, uno dei teatri storici della nostra capitale. L’occasione era memorabile: la celebrazione della ‘Giornata della Memoria’ per non dimenticare l’Olocausto. Fu scelta proprio questa data perché proprio allora, nel 1945, le truppe dell’Armata Rossa riuscirono ad entrare nel campo di concentramento di Auschwitz in Polonia e salvarono le poche anime sopravvissute.
Il testo forse più celebre che la letteratura ha lasciato ai posteri in commemorazione della ‘Giornata della Memoria’, e che sarebbe stato anch’esso letto nel corso della serata, è sicuramente il ‘Diario di Anna Frank’, la raccolta degli scritti, in forma di diario e in lingua olandese, di Anna Frank, una ragazza ebrea nata a Francorforte e rifugiatasi con la famiglia ad Amsterdam, costretta nel 1942 a entrare nella clandestinità insieme alla famiglia per sfuggire alle persecuzioni e ai campi di sterminio nazisti. La ragazzina morì nel campo di concentramento di Bergen-Belsen, in Germania, all’età di sedici anni.
Il comunicato stampa che annunciava l’evento, dopo aver descritto luogo data e organizzatori, recitava più o meno come segue: “… Selene Gandini guiderà anche i piccoli attori, dai sei ai tredici anni, della Compagnia dei ‘Giovanissimi del Teatro Ghione’, che reciteranno brani e letture per ricordare il milione e mezzo di bambini torturati e uccisi nei campi di sterminio. L’attrice Caterina Gramaglia, formata all’Actors Studio di New York e attualmente impegnata nella ‘Trilogia della memoria’ di cui è autrice, regista e interprete, parteciperà con canti e citazioni dai lager. La memoria delle vittime della Shoah deve servire ad aiutare le nuove generazioni a trovare la forza e i valori per vincere i demoni del presente e per edificare un mondo migliore. Per questo verrà data lettura di alcune pagine del libro ‘Il tempo dei nuovi eroi’ di Oscar di Montigny, dove l’autore percorre le vie che possono portare l’umanità verso una epoca nuova costruita dagli eroi di tutti i giorni, persone che credono nella solidarietà e nel rispetto del prossimo, che vogliono donare un futuro migliore ai figli, persone che nel sacrificio e nell’opera quotidiana diventano eroi generosi e umili come i Giusti delle Nazioni.”
“I centinaia di Giusti italiani furono definiti coloro i quali, in quegli anni bui della storia della nostra specie, hanno trovato, nella capacità di scegliere tra bene e male, il coraggio e la forza di rischiare la loro vita per salvare migliaia di altre vite. Nella tradizione mistica ebraica i Giusti vivono sulla Terra senza essere consapevoli della loro natura speciale. Nessuno li conosce, come se vivessero nascosti, ma in ogni momento della storia la loro presenza assicura l’esistenza del pianeta. Mentre la maggior parte delle persone si preoccupava per la propria incolumità e quella delle proprie famiglie, loro si prodigarono per degli sconosciuti, definiti come nemici dell’umanità dalla propaganda nazifascista. Erano spinti ad agire da valori che non dipendevano dal consenso di altri, ma dalla convinzione di essere nel giusto, di dover salvare dei fratelli, di non poter agire diversamente. Compresero e condivisero le sofferenze e il dramma del popolo ebraico. Non potevano accettare che i persecutori nazisti continuassero a compiere il male assoluto contro bambini, donne e uomini innocenti. Scelsero senza timore di difenderli.”
Recitate queste parole dalla Gandini, nel corso dello spettacolo toccava a me, ed è stato emozionantissimo! Prima di ieri sera io non avevo mai riletto nemmeno una frase del mio libro dopo averlo dato alle stampe; non so, …forse per stanchezza, ma mai l’avevo riletto da quando mi consegnarono la prima copia nei primi giorni di Settembre dell’anno scorso. E poiché non avevo nemmeno voluto sapere quali pagine avessero scelto, mi sono trovato su un palco davanti a quattrocento persone, sotto un cono di luce bianco che mi accecava totalmente, a rileggermi in commemorazione di persone buone che si erano immolate in forma assoluta all’idea assoluta del Bene assoluto: il diritto alla vita. Ed ho avuto un istante di consapevolezza: i Nuovi Giusti sono più che mai necessari in questo nuovo tempo, e non dovranno più essere coloro i quali salveranno delle anime dal male, o almeno non solo questo; oggi servono dei Nuovi Giusti, esseri umani che vivano la propria vita con una tale qualità, intensità, profondità e verità, da non consentire al male nemmeno di manifestarsi, sbarrando per sempre la porta dietro cui esso risiede. Uomini e donne che comprendano che noi non siamo esseri umani che vivono un’esperienza spirituale ma esseri spirituali che vivono un’esperienza umana.
“I GIUSTI”
Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire.
Chi è contento che sulla terra esista la musica.
Chi scopre con piacere una etimologia.
Due impiegati che in un caffè del Sud giocano in silenzio agli scacchi.
Il ceramista che intuisce un colore e una forma.
Il tipografo che compone bene questa pagina che forse non gli piace.
Una donna e un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto.
Chi accarezza un animale addormentato.
Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto.
Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson.
Chi preferisce che abbiano ragione gli altri.
Tali persone, che si ignorano, stanno salvando il mondo.
(Jorge Luis Borges)